martedì 3 aprile 2007

Loro due sulla spiaggia (24 agosto 2004)

La prima cosa che ho notato è stato il loro modo di guardarsi, di sfiorarsi.
Gesti rapidi ma intensi, sorridenti, quasi furtivi, all’aperto, davanti a tutti ma isolati dal mondo intero, loro due erano la e sullo sfondo della gente che passava raccogliendo conchiglie, con i piedi bagnati e sporchi di sabbia, erano stupendamente soli.
Il caldo aveva segnato le macchie di sudore sulla camicia dell’uomo, arrivato con le scarpe ancora ai piedi, tanta era la voglia di vederla. I suoi capelli erano in disordine, forse un po’ di corsa, forse un momento di libertà rubato ad una giornata dentro e fuori fra ambienti con aria condizionata e aria intrisa di sale e creme solari. Ma nulla sembrava infastidirlo, ora, di fronte a lei, finalmente.
Aveva atteso quel momento fin da quando era uscito di casa la mattina, organizzando nella sua mente la giornata per riuscire nel suo obiettivo: rivederla.
E così aveva iniziato a correre, con la sua bici da impiegato, superando gli autobus che facevano scendere i pendolari del mare, schivando il fornaio in ritardo con le consegne di pizzette e brioches.
Un ufficio, un cliente, il giornalaio, un caffè, un altro ufficio e via… sì, poteva farcela, sarebbe riuscito a rivederla.
Si era fermato sul lungomare con la mano tesa per proteggersi dal riflesso mentre la cercava, aveva appoggiato la bicicletta al muretto, era sceso in spiaggia e, concedendosi finalmente di assaporare quel momento, di rallentare il ritmo, di godere della sua vista, si era avvicinato a lei.
Finalmente, lei.
Lei gli sorride, gli prende la mano, ha mille cose da raccontargli e lui ride beato perché di altro non ha bisogno se non della sua presenza, della sua voce. Forse nemmeno la ascolta, non coglie del tutto il senso di quello che dice, ma scherza con lei, bellissima, con la pelle riscaldata dal sole e salata dall'ultimo bagno.
Attorno a loro il mondo scorre, i camerieri delle terrazze sul mare hanno i loro grembiuli macchiati e mille e più fra bracciali ed anelli, i bagnini sonnecchiano all’ombra di un ombrellone o sulle barche ormeggiate poco oltre il ‘limite per i non esperti’, passa un aereo che pubblicizza una vicina provincia.
Nessuno dei due alza la testa, i loro occhi sono persi negli occhi dell’altro.
Amanti, per un momento ancora, quel tanto che basta…
Poi lei si china, sistema meglio l’asciugamano da spiaggia e lo fa sdraiare, mette in ordine le sue cose, lui chiude gli occhi e si abbandona al sole e al vento, apre le braccia, le mani sfiorano la sabbia calda e asciutta alla ricerca di altre mani, più piccole.
Ed ecco che, quasi in risposta a quel richiamo, i due bimbi che correvano attorno a loro giocosi prendono le sue mani come fosse un nuovo Gulliver da intrappolare, da tenere per se e non lasciare andar via.

Niente misteri, niente sotterfugi, solo due persone innamorate, e altre due, che passeggiando lì vicino, le hanno notate, e ne portano un ricordo.

La prima frase

La prima frase è sempre la più difficile, 'chi ben comincia...'.
Non c'è molto da dire, di fatto, c'è la curiosità di vedere se ho qualcosa da dire, con che frequenza scriverò, cercherò di comunicare.
Ma non si può aprire un proprio blog e non metterci nulla, per cui eccomi a buttare giù due righe. Fatto? Fatto.

Buongiorno a tutti.